Il titolo, come al solito, è provocatorio. 😉
Ma il succo è il seguente: se siete ammaliati da tutta quest’aria di anti-corruzione, sappiate che probabilmente è solo un altro e nuovo modo per distrarvi.
Non notate anche voi che si fa sempre più un gran parlare di corruzione nei paesi deboli della zona Euro, i cosiddetti PIIGS ? Uno pensa: che bello, finalmente vengono a galla le verità, i corrotti/corruttori magari vengono allontanati dalla scena politica, magari si fanno delle nuove regole per cui ci sarà meno corruzione in futuro e quindi “meno” di tutti i problemi che la corruzione comporta (un elenco in cui di solito finisce dentro un po’ di tutto, soprattutto i motivi della crisi attuale).
Siamo d’accordo, la corruzione è un problema importante, solo che come al solito quando la gente è sensibile su un tema (vedi religione, eutanasia, guerra, ecc ecc.) se ne parla in modo strumentale. Ora l’impressione è che si parli di corruzione per deviare l’attenzione da altri temi.
In Spagna è tutto un ribollire di scandali dietro al PP, il partito di Rajoy; In Slovenia, dove il primo ministro sembra aver ottenuto finanziamenti illeciti e forse in periodo di crisi il governo cadrà, sostituito (anche lì) dai tecnici; In Italia tutti i partiti promettono trasparenza e leggi anticorruzione. Giusto ieri, poi, leggevo inviti su Facebook a partecipare ad una raccolta firme online, organizzata dalle associazioni Libera e Avviso Pubblico, denominata “Senza corruzione riparte il futuro“.
Non conosco Avviso Pubblico, e a Libera ho dato il mio 5X1000 per qualche anno, quindi non ho niente contro le due associazioni. Tuttavia la loro campagna è uno specchietto per le allodole, e vi dico perchè.
PUNTO 1 : efficacia delle richieste della petizione
Esaminiamo la petizione, in cui si chiede ai candidati alle elezioni di accettare 5 “impegni stringenti” (sic):
1. Inserire nella propria campagna elettorale la promessa di continuare il rafforzamento della legge anticorruzione iniziato con la riforma del novembre 2012. Concretamente, chiediamo sia modificata la norma sullo scambio elettorale politico-mafioso (416 ter) entro i primi cento giorni di attività parlamentare, con l’aggiunta della voce “altra utilità”
Ok, la modifica della norma sarebbe utilissima. Ma vediamo il linguaggio: prima di arrivare al “Concretamente..” che è poi la cosa importante, la richiesta è quella di “Inserire nella propria campagna elettorale la promessa..” ! Ah beh, questo sì che è stringente, una promessa fatta in campagna elettorale.
Poi i punti dal 2 al 5:
- Pubblicare il proprio Curriculum Vitae con indicati tutti gli incarichi professionali ricoperti
- Dichiarare la propria situazione giudiziaria e quindi eventuali procedimenti penali e civili in corso e/o passati in giudicato
- Pubblicare la propria condizione patrimoniale e reddituale
- Dichiarare potenziali conflitti di interesse personali e mediati, ovvero riguardanti congiunti e familiari
Una serie di richieste di trasparenza che, per carità, a qualcosa saranno pure utili, ma facciamo prima ad obbligarli a leggere la propria pagina su Wikipedia, che magari (a parte i dati patrimoniali) contiene più informazioni di quelle che andrebbero a dichiarare loro. Inoltre dichiarare dove? in che sedi, con quale risonanza mediatica? Più avanti vi scrivo un paio di dichiarazioni fatte in sedi pubbliche, dichiarazioni pesanti, che non hanno portato ad alcuna conseguenza (come accade spessissimo).
Quindi, dopo vent’anni di berlusconismo, di dichiarazioni fatte la mattina e contraddette il pomeriggio, stiamo ancora appresso all’idea degli “impegni stringenti” a parole dei politici? E poi? Quando poi scopriamo che magari ci hanno mentito o non hanno rispettato i patti? Che gli facciamo?
Mi dispiace tanto per i testimonial dell’iniziativa, tra cui figurano Gad Lerner, Serena Dandini e altri, e mi dispiace ancora di più per i 30.000 che ad oggi hanno abboccato, ma si tratta evidentemente più di chiacchiere che di sostanza.
PUNTO 2: i motivi della crisi
A livello internazionale è ampiamente riconosciuto che le cause della crisi attuale NON risiedono nella mala gestione dei paesi periferici dell’Unione Europea (i PIIGS), ma nel modo in cui il vincolo monetario europeo è stato strutturato. (Avviso alle vittime del colorato fascino di Giannino: “ampiamente riconosciuto” vuol dire che in fondo a questo articolo vi ci metto una piccola bibliografia scientifica che farebbe calare le braghe a vostra nonna. Inoltre, la logica vuole che non sto negando la mala gestione, sto solo dicendo che non è il motivo che origina, sostiene e determina la crisi economica attuale).
Non siete convinti di questo? Mi dispiace, documentatevi e scoprirete che è così.
Quindi chi vi parla di corruzione che purtroppo “allontana gli investimenti in Italia”, “spreca denaro pubblico” e ci impedisce di uscire dalla recessione, vi sta mentendo, e in modo molto subdolo. Perchè vi dice una mezza verità: certo che la corruzione è un male, e certo, ne siamo affetti, ma non è questo che ci impedisce di uscire dalla recessione. No no.
Prima ho scritto che avrei riportato delle dichiarazioni pubbliche gravi ma senza conseguenze. Si tratta di dichiarazioni riguardo al fatto che è proprio il modo in cui è stata fatta l’Unione Europea (attenzione: non l’Europa, l’unione monetaria) a rendere inevitabile la crisi che stiamo vivendo. Eccole qui :
Prodi (dicembre 2001): «un giorno ci sarà una crisi e saremo obbligati a introdurre nuovi strumenti politici, oggi non proponibili» (Financial Times)
Monti (2011): «I passi avanti dell’Europa sono cessioni di sovranità. I cittadini possono essere pronti a queste cessioni solo quando c’è una crisi in atto» (LUISS)
Juncker (1999), capo dell’Eurogruppo, esprimendosi sui metodi democratici applicati in Unione Europea: «Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste nè rivolte, perchè la maggior parte della gente non capisce niente di ciò che è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno» (Der Spiegel)
Amato (2000): «Sinceramente non vorrei un’Europa solo continentale, che si privi dell’immenso patrimonio dell’Inghilterra, e degli scandinavi ad essa è legata. Né vorrei perdere la Spagna, scettica sull’avanguardia. … Avere con noi l’Inghilterra non sarebbe male: in tante cose Londra è già lì dove noi vorremmo arrivare. Non sarebbe male che con le sue esperienze di riforme economiche fosse presente nel Consiglio degli Stati appartenenti all’Euro … Quindi preferisco andar piano, sbriciolare a poco a poco pezzi di sovranità, evitare bruschi passaggi da poteri nazionali a poteri federali. … non credo a un dèmos europeo, e al Sovrano federale. Perché il nostro universo globalizzato è post-hobbesiano» (La Stampa)
Altre dichiarazioni interessanti le trovate qui.
P.S. Persino la Banca d’Italia ammette che le misure di austerità che “ci chiede l’Europa” (ovvero l’Unione Europea) non fanno altro che peggiorare la situazione.
Bibliografia (perlopiù solo titoli, per brevità):
- Oltre l’austerità
- Crisi finanziaria e governo dell’economia
- Leaving the euro: a practical guide
- A primer on the Euro breakup
- Game theory and Euro breakup risk premium
- S’il faut vraiment sortir de l’euro
- “Euro fantasies”, Foreign Affairs, vol. 75, n. 5, settembre/ottobre 1996
- “The euro: beware of what you wish for” Fortune (1998)
- “EMU and international conflict”, Foreign Affairs, vol. 76, n. 6, novembre/dicembre 1997
- “The common unresolved problems within EMS and the EMU”, American Economic Review, vol. 87, n. 2, pp. 224-226
- Conseguenze dell’adozione dell’euro per i lavoratori migranti
- The euro: It can’t happen, It’s a bad idea, It won’t last. US economists on the EMU, 1989-2002 (nella lettura, tener presente che chi valuta, nell’articolo, le opinioni negative espresse dagli economisti USA è in conflitto di interesse)
- Il tramonto dell’euro
- La trappola dell’euro
AGGIORNAMENTO 23/01/2013
I responsabili della campagna “Riparte il futuro” mi hanno replicato molto cortesemente (come potete vedere anche dai commenti qui sotto). Potete leggere la loro risposta cliccando qui.
A mia volta, ho lasciato loro un ulteriore commento, che riporto qui sotto:
Vi ringrazio per la risposta cortese e puntuale. Ognuno avrà modo di farsi la sua opinione, mediando tra mie critiche e vostre repliche.
Mi limito a ribadire che il succo della campagna si basa, come appunto sottolineato in questo suo post, Leonardo, sulla responsabilità delle dichiarazioni. La seconda parte del mio post voleva fungere da pungolo proprio per sottolineare quanto poco, in Italia, contino o abbiano effetto le dichiarazioni fatte.
Mi auspico – con voi – che migliori la “accountability” in politica. Ma, stando le cose come stanno, preferirei che un candidato capo partito, per prendere un impegno, firmasse un assegno postdatato per la cessione dei rimborsi elettorali, piuttosto che una dichiarazione. Messa così magari non è neanche fattibile, ma in quel caso vorrei proprio vedere quanti firmerebbero. Basta dare un’occhiata ai balbettamenti di Monti sui rimborsi elettorali ieri sera a Ballarò! (http://www.tubechop.com/watch/868275)
Infine, la mia provocazione sul “distrarre l’attenzione” – è ovviamente una provocazione- è dovuta al fatto che il tema della corruzione è sbandierato a destra e a manca come origine dei nostri problemi economici attuali, ed è anche la “leva morale” che i paesi del Nord come la Germania usano per spingerci verso misure di austerity che, come ammesso dalla stessa Banca d’Italia, non fanno che peggiorare la nostra situazione. Questo “sbandieramento” oscura altri temi economici di grande rilevanza che invece sono a mio parere al momento la PRIORITA’ (a cui ho accennato nel mio articolo parlando dell’Unione Europea). In questo modo secondo me finite per seguire l’onda mediatica invece di raccogliere un’esigenza sociale. L’esigenza sociale, qui, è che si parli di ciò che viene taciuto. Questa la mia opinione.
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