dialogo

Anche se tante cose un senso non ce l’ha

Gad Lerner (ad una ragazza ospite della trasmissione): C’è una proposta precisa che avete fatto, quella di mettere numeri identificativi ai caschi dei poliziotti che intervengono nelle manifestazioni?
[…]
Tabacci: L’uso dei numeri identificativi per i caschi dei poliziotti è condivisibile a patto che anche i manifestanti vadano a volto scoperto

Vi faccio una domanda: dov’è l’errore logico in questo breve stralcio di dibattito?

Prendo questo esempio per parlare di una cosa che mi sta particolarmente a cuore: i tranelli del dialogo, ovvero quando sembra di fare un discorso coerente ma in realtà si commettono degli errori logici, o meglio fallacie logiche.

Prendo come esempio Tabacci perché, diciamocelo, è come sparare sulla Croce Rossa.. visti i suoi risultati alle primarie ho buone possibilità che nessun suo sostenitore legga mai questo post!

Dunque, qui si sta parlando di un tema particolarmente caldo, cioè il comportamento delle forze dell’ordine a “difesa” delle istituzioni durante le manifestazioni. A prescindere dalle opinioni che ognuno di noi ha in merito, in qualunque dibattito è molto importante evitare di farsi trascinare in errori di logica, perché si finisce per fare discussioni inutili e fuorvianti. In questo caso, Tabacci “collega” due aspetti logicamente non conseguenti, ovvero il numero identificativo sui caschi e il volto scoperto dei manifestanti.

L’uso di “a patto che” presuppone che questi due concetti siano interdipendenti, cioè se si verifica il primo c’è un accordo per cui dovrebbe verificarsi anche il secondo, e viceversa.

Ora, da un punto di vista logico, quello che si dà per scontato non lo è. Infatti, chiediamoci: perché si dovrebbe voler dare un codice ai poliziotti?

– Per riconoscere chi si comporta in maniera poco professionale, ovvero per tutelare i cittadini che manifestano
– Per tutelare la professionalità e l’onore di chi si comporta in maniera corretta

Se siamo d’accordo su questo, vediamo che questo concetto non dipende in alcun modo da come sono vestiti o quanto sono coperti i manifestanti. Per assurdo, i manifestanti potrebbero scendere in piazza armati, e nonostante questo non ci sarebbe alcun motivo logico razionale per cui non chiedere un numero identificativo per i poliziotti. Segnalo che non sto “prendendo le parti” di nessuno dei due schieramenti, fino ad ora, sto solo sottolineando l’illogicità della frase che accomuna forze dell’ordine e civili.

dialogo

Bene, qualcuno mi potrà dire che tutto sommato “si tratta solo di una frase” in un dibattito. Cosa importa?

E’ importante, invece, perché errori logici come questo, passati inosservati, inducono spesso risposte altrettanto irrazionali, cioè il dialogo va alla deriva e perde di significato. Ad esempio, se uno non si accorge che la frase di Tabacci è illogica, potrebbe essere tentato di rispondergli qualcosa del tipo: “ma i manifestanti si mettono i caschi per difendersi dai colpi delle forze dell’ordine”. E da qui il dibattito potrebbe deviare verso “chi” deve adottare per primo misure di controllo e restrizione, se prima i poliziotti o prima i civili. In pratica, si alimenta un tema basato sul nulla, visto che le due cose non sono logicamente collegate.

Badiamo bene che questo accade molto, molto frequentemente! E ci porta a discutere di cose prive di fondamento, tanto nelle trasmissioni televisive quanto con gli amici al bar.

Ora, non voglio dire che non bisogna commettere errori: non c’è solo la logica nel dialogo, ci sono le emozioni, i gesti.. non siamo degli automi ! Tuttavia dovremmo farci attenzione, perché, se dobbiamo fidarci di qualcuno e di quello che dice, sapremo almeno che, se dice o scrive cose illogiche, va visto con sospetto. Personalmente, sono solito ripetere che di fronte ad una fallacia logica i casi sono tre:

– Un errore in buona fede: se lo fai notare, la persona si corregge (il caso migliore). Capita a tutti qualche volta, ma se è sistematico…

– Ignoranza: non sa argomentare le sue idee, gli sembra di fare un discorso sensato ma non lo è

– Malafede: mente sapendo di mentire, ovvero “manipola” il dialogo

Tutti abbiamo una capacità istintiva di cogliere le menzogne, anche se credo sia una abilità che esercitiamo poco, attualmente. E’ una capacità emotiva, istintuale appunto, e se questa manca, l’unico baluardo che ci difende contro falsi ragionamenti è la razionalità.

Per questo vorrei invitare tutti a dare una lettura almeno ad alcune delle fallacie logiche più diffuse: c’è online un documento molto ben fatto, semplice, con esempi chiari e spesso divertenti, che si trova qui: http://www.luogocomune.net/site/modules/sections/index.php?artid=28&op=viewarticle

E’ una lettura che purtroppo richiede ben 10 minuti, ma li merita tutti.

logica aristotelica

Infine, visto che parlando di fallacie ho sfiorato l’argomento delle manifestazioni in piazza, vorrei segnalare:

– http://temi.repubblica.it/micromega-online/riconoscibilita-agenti-cosi-nel-resto-deuropa/ : cosa accade negli altri Paesi europei per l’identificabilità delle Forze dell’Ordine

– http://ccaa.elpais.com/ccaa/2012/12/06/catalunya/1354828017_918574.html : In Spagna, ripetute menzogne da parte di un ministro sull’uso di proiettili di gomma da parte della Polizia, in seguito ad un incidente in strada nel quale una donna ha perso un occhio.

– http://ccaa.elpais.com/ccaa/2012/12/13/catalunya/1355397613_928773.html : Per la stessa vicenda, viene licenziato un Commissario dei Nuclei Operativi, ma non viene avviato nessun provvedimento disciplinare nei suoi confronti, e già si dice che probabilmente gli verranno affidati altri incarichi.

 

Claudio


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