
Preambolo: in questo periodo mi capita spesso di avere discussioni accese e puntigliose con le persone, con il che sto sur cazzo a un po’ di gente. Ovviamente il puntiglioso sono io. E a proposito di precisazioni sì, credo che la parola ipercrisia non esista, ma mi piace e credo che c’azzecchi.
La parola “crisi” deriva dal greco krínein, che significa distinguere, discenere, giudicare. Quindi potremmo dire che un momento di crisi è anche un momento di valutazione, in cui possiamo fermarci un attimo, cioè la crisi impone una riflessione, una analisi, al fine di fare una valutazione e prendere una decisione.
Questo significa che dovremo usare uno “spirito critico”, cioè una attitudine volta a confrontare, con mentalità aperta e senza pregiudizi, tutte le possibilità che ci si presentano in un dato momento, per poter fare una scelta consapevole.
Ecco perchè in un momento di crisi non c’è atteggiamento più controproducente della ipo-crisia, quasi a dire la “sottovalutazione” della crisi, un atteggiamento che va proprio in senso opposto a ciò che la crisi chiede. La crisi richiede verità, schiettezza, l’essere come si è veramente. Di fronte alla crisi non possiamo che denudarci delle nostre maschere e venir fuori per quello che siamo.
Invece l’ipocrisia è un’atteggiamento di falsità, di mascheramento, che come attori, ypokritès, ci fa presentare all’esterno un personaggio diverso da noi, adattato alle circostanze. L’ ipo-crisia è la mancanza o meglio la riduzione dello spirito critico, è l’uso di generalizzazioni, l’approccio di superficie a cui non interessa approfondire e sviscerare le cose, è il giudizio approssimativo.
In un momento di crisi porta ad agire senza pensare a sufficienza, a prendere decisioni affrettate e poco consapevoli, e questo ostacola la risoluzione della crisi. Non solo, ma con poco spirito critico ci si ritrova a fare tutti la stessa cosa, a essere facilmente influenzabili o soggiogabili, manipolabili da chi, dalla nostra crisi, può volerci guadagnare.

Questa ipo-crisia è un atteggiamento che mi sembra spesso di incontrare nelle discussioni che faccio con altri – soprattutto per iscritto – in questo periodo di crisi. E sicuramente mi scontro molto in queste situazioni perchè io invece ricado almeno un po’ nel campo opposto, cioè nella iper-crisia.
Purtroppo in un periodo di crisi neanche questo atteggiamento è utile, non serve nè essere ipocritici, nè ipercritici, ma banalmente e semplicemente critici, trovare cioè l’equilibrio giusto.
L‘iper-crisia potremmo intenderla come quella attitudine volta ad approfondire troppo ogni singolo elemento di una questione, la puntigliosità. E’ L’approfondimento eccessivo che da un lato fa perdere la visione d’insieme, dall’altro rende impreparati all’azione, perchè si ha sempre l’impressione che “manchi un dettaglio” prima di poter agire.
D’altra parte, l’ipercrisia è anche una forza che separa, che divide le cose in virtù dell’analisi, e quindi che divide anche le persone. L’atteggiamento di ipercrisia porta la diffidenza, la discordia e l’eccesso di giudizio all’interno del gruppo, quindi rende difficile superare la crisi perchè si finisce per essere isolati gli uni dagli altri.
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