Mi tolgo qualche sassolino dalla scarpa riguardo alle ultime elezioni:
1) Vedo gente che comincia ad accorgersi che esiste M5S, dopo che un quarto dei votanti ha messo una crocetta su M5S. In realtà molti di quella “esistenza” si erano accorti anche prima, ma spesso solo per gridare al populismo o alla buffonaggine del capo. Non ritengo di essere un grillino, ma il modo molto approssimativo con cui è stato trattato il fenomeno fa pensare alle solite due cose: ignoranza o malafede.
Ora, magicamente, sento parlare di una “forza politica rispettabile”, e a me questo “senno di poi” fa moderatamente schifo. Questo “senno di poi” è anche figlio dell’idea per cui non conti niente e non conta nulla ciò che dici se non sei già in una posizione di forza, ovvero: con il 25% dei voti sei rispettabile, ma se ancora non hai dimostrato il tuo potere ti si può trattare senza alcun rispetto. E questo non per fare una apologia del M5S, sia ben chiaro, io i miei dubbi li ho espressi apertamente e per iscritto. E’ solo per riferire di una certa attitudine a “liquidare” i fenomeni senza approfondirli.
2) Le osservazioni appena fatte non fanno che rimarcare il concetto che in Italia abbiamo una certa difficoltà con i tempi: dimentichiamo facilmente il passato, siamo confusi di fronte al presente, e soprattutto prendiamo delle cantonate pazzesche quando prevediamo il futuro. Gli unici che con il futuro hanno una certa dimestichezza sono Berlusconi (& Co.) e Grillo (& Ca. 😀 ), perchè loro malgrado sono assistiti da gente che due calcoli sulla pubblicità e il marketing li sa fare.
3) Mi sono anch’io stupito della rimonta di Berlusconi, ma non troppo, e per diversi motivi. Innanzitutto i voti li ha persi eccome, così come li ha persi l’area di centrosinistra: quando hai un nuovo partito che ti entra con il 25%, le dinamiche di spostamento dei voti non credo siano così facilmente prevedibili. Quelli che poi vanno dicendo che Grillo e Berlusconi sono “uguali” dovrebbero anche chiedersi perchè i voti sembrano essersi spostati più dal centrosx che dal centrodx verso M5S… ma si sa ognuno vede i fatti a seconda di come si abbinano alle camicie.
Secondo suggerimento è che – ohibò – Berlusconi non è l’unico ad aver fatto promesse. Il governo tecnico ci aveva promesso di salvare l’Italia, e prima delle elezioni il centrosx era tutto un brodo di giuggiole per Monti. Ancora oggi, non mi è ben chiaro cosa li distingue, nelle loro 50 sfumature di grigio di europeismo & “austerità con crescita” (che è un concetto un po’ come i “Moderati in Rivoluzione” di Samorì. O come le convergenze parallele. E’ così, ci piace fare ossimori a cazzo).
In sostanza, dopo aver bevuto l’amaro calice del governo tecnico tanta gente magari non ha più molta voglia di ascoltare grandi progetti e, come si fa quando si è molto sfiduciati nel futuro, si cerca di “portare a casa” almeno qualcosina nel presente. Ad esempio la restituzione dell’IMU o le parcelle di Equitalia. E’ un comportamento razionale, per quanto approssimativo.
4) A proposito di IMU, quelli che parlano di propaganda farebbero bene a tenere in considerazione una cosa: quale credibilità ha uno che ti ha messo la tassa dicendo che era indispensabile e poi sotto elezioni ti dice che non lo è più? E invece, quale credibilità manifesta uno che ti manda un impegno scritto a casa? Per quale motivo mai Berlusconi ha speso una marea di soldi per inviare a casa delle persone il contratto con gli italiani nel ’94, la storia della sua vita poi, e oggi la lettera per la restituzione dell’IMU?
Qui il problema evidentemente E’ la credibilità, e il Biscione ne è perfettamente consapevole. La cosa di cui molte persone mi sembrano poco consapevoli è che la propaganda c’è da entrambe le parti (o meglio da tutte le parti), solo che una di esse (Silvio) è un po’ più spudorata e abituata a farla. Forse si finisce per credere alle balle perchè c’è un vuoto di credibilità, perchè se continuamente ci si ritrova di fronte a menzogne magari, come dicevo prima, si comincia a lasciar perdere “i grandi discorsi” e accontentarsi della speranza di ottenere un minimo risultato, quale che sia.
5) Per quanto riguarda il risultato elettorale nel complesso, per coloro come me che non credono alla “versione ufficiale” della crisi economica il risultato non è nè bene e nè male (e credo che da bene e male sarebbe opportuno astenersi in egual misura). Se i nostri problemi economici non risiedono tanto nella politica interna ma nel rapporto con l’estero, con buona pace di PD, PDL e di quell’area del M5S che non ha le idee chiare sull’euro, nessuno di loro ha le carte per affrontare la questione (al massimo qualcuno di loro ce le ha per subirla, la situazione). Personalmente, mi auguro solo che un po’ di variabilità, scompiglio e diversità nella scena politica faccia affiorare discorsi meno omologati e ci renda tutti un po’ più curiosi e inclini ad approfondire le cose.
6) Mi piacerebbe che la finissimo di tifare in politica come alle partite di calcio.. l’atteggiamento del tifoso è di quello che vuole che lo spettacolo vada avanti, non importa le partite truccate, i giocatori che si dopano, gli indebitamenti e la violenza tra fedi opposte. O meglio, importa, ma non è sufficiente a smettere di tifare, quello no. Si finisce per parlare di “noi” e “loro”, di rossi e di neri, così è facile classificarci.*
Così come lo stesso Grillo – o chi per lui – fa in questo post, incitando ad un atteggiamento manicheo e utile solo a creare incomprensioni. I militanti del M5S devono trovare la forza per tirarsi fuori da questi proclama, e tanto per cominciare non dovrebbe essere Grillo a parlare con Napolitano, visto che non vedo proprio chi l’abbia eletto 😉 Ma tutto va come deve andare..
*Tanto per dire, mi rendo conto di averci messo forse un po’ di ipocrisia in questa frase, visto che parlo anche di pro- e contro- euro, però una cosa è parlare di argomenti contrapposti, che ci può stare, in dialettica. Un’altra cosa è suddividere le persone. Io non credo che ci sia un “noi” e un “loro” nella questione dell’unione monetaria, ma che molti non conoscano per niente la questione e prendano partito senza dialogare.
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