Tempo di Quirinarie per M5S (ormai concluso) e solo volevo scrivere due righe sul metodo di consultazione. La votazione è libera, ma sotto una guida illuminata dei capi che a me pare tutta paternalistica. Infatti, al di là della rosa dei 9 nomi, nel giorno del voto definitivo compare:
– Passaparola di Travaglio sul blog di Grillo in cui, in una cinquantina di minuti, scorre tutti i nomi dei candidati – partendo da lontano – per arrivare a farci capire che è meglio votare Zagrebelsky e bisogna evitare la Bonino come la peste
– Dichiarazione di Casaleggio per chiarire che “Il presidente della Repubblica deve essere super partes, possibilmente non politico e che rappresenti tutti gli italiani”. A buon intenditor, pochi Prodi e Bonino
– Tweet di Grillo che dice: “Chi non vuole Romano #Prodi Presidente della Repubblica ritwitti!”
Nel merito sono d’accordissimo, Prodi e Bonino non mi piacciono per niente, e Zagrebelsky mi sembra un’ottima personalità, almeno sulla carta (anche se preferirei Caselli). Mi piace meno invece il metodo con cui si cerca di orientare la scelta degli elettori. La parola PATERNALISTICO è quella che a mio avviso meglio lo definisce. E a me personalmente il paternalismo fa ribrezzo, anche se “a buon fine”. Si dirà: sono tempi difficili e la gente è disinformata. Dateci la monarchia illuminata, allora, non la democrazia spenta.
Speriamo bene, comunque.
In questo post di byoblu avevo commentato (Commento 01 -> 05, UnTuttologo) che mi auspicavo si mettessero a disposizione delle fonti per valutare la “bio” dei candidati alla presidenza. Una sola fonte è stata data, Travaglio. Forse bisogna accontentarsi, so’ tempi di crisi.
Vabbè, passiamo avanti.
Consoliamoci con la fantasiosa scrittura di Panebianco, che sul Corriere argomenta:
Occorrerebbe un governo stabile per porre in essere le condizioni necessarie alla ripresa economica. Ma la profondità della crisi politico-istituzionale, e il no di Bersani e dei suoi seguaci a un accordo con Berlusconi, rendono, al momento, impossibile la sua nascita.
Le vie infinite delle manipolazioni retoriche… in pratica il nostro ci sta dicendo che c’è una non ben specificata ma profonda “crisi politico-istituzionale” che impedisce la formazione di un governo stabile. Che come “soggetto” dell’impedimento è poco qualificabile: chi è “responsabile” della crisi politico-istitituzionale? Il cervello umano ha bisogno di “agenti” per individuare le cause.
Subito una “e” congiunzione ci viene in soccorso, dicendoci che c’è “anche” Bersani che non fa un accordo con Berlusconi. In sostanza, è un modo come un altro per suggerire che la colpa della non formazione di un governo è direttamente e quasi esclusivamente l’assenza di un accordo Bersani- Berlusconi, unica possibilità di governo stabile e, pertanto, massimo beneficio auspicabile secondo Panebianco, visto che è necessario “per porre in essere le condizioni necessarie alla ripresa economica”. (non sia mai per risolverla, ma per “porre in essere le condizioni”, non illudetevi).
A queste acute osservazioni segue una chicca non da poco, un assioma:
La democrazia assembleare, checché molti oggi ne pensino, non è la soluzione. Ha funzionato qualche volta, solo in comunità piccole e isolate, autarchiche. Ove prevalgono le grandi dimensioni e l’interdipendenza sostituisce l’autarchia, la democrazia rappresentativa è la sola democrazia possibile. La partecipazione via web può influenzarla ma non surrogarla.
In un solo paragrafo abbiamo un appello alla tradizione ( “Ha funzionato qualche volta, solo in comunità piccole e isolate, autarchiche” – ma è stato tentato in altri casi??) e una fallacia del perfezionista (“la democrazia rappresentativa è la sola democrazia possibile”), il tutto racchiuso in un cameo assiomatico. Sono scettico anch’io sull’idea di una democrazia assembleare, ma se è questo il modo di argomentarlo..
Ma poi le persone, a queste consultazioni assembleari, ci vogliono partecipare? Sul sito di Servizio Pubblico c’è una piattaforma Liquid Feedback .. io ci sono entrato, ma mi pare che ci scrivano 4 gatti. Peraltro, non so dove siano finite le argomentazioni, perchè le proposte si votano senza un minimo di discussione razionale, un po’ come le dimissioni di Berlusconi quando parlavo di fact checking.
Qua nesuno c’ha voja de fa gnente
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