Forse mi sto appassionando al panel sul complottismo del festival del giornalismo, dopo il post dell’anno scorso. Ascoltando l’intervento della Bencivelli, qui sopra, mi sono soffermato sulle dichiarazioni sugli OGM, perchè – per caso – mi sono imbattuto oggi in un articolo interessante sul possibile passaggio nel sangue di frammenti di DNA assorbiti con l’alimentazione
A parte questo, il ragionamento che “se non ci sono prove scientifiche non si puó dire che una cosa faccia bene o faccia male” è un po’ fallace.
“Non c’é prova che gli OGM fanno male, quindi dovremmo dire che non fanno male”
E’ una fallacia da “Scaricabarile”:
PERCHE’: lei contesta che l’ “onere della prova” sarebbe a carico di chi afferma che gli OGM facciano male, ma il fatto che essi siano già in distribuzione equivale (e più) ad affermare che siano innocui. Quindi l’onere della prova è prima a carico di chi li ha distribuiti.
E da Affermazione del Conseguente :
PERCHE’: per la relatrice, l’unica conseguenza della mancanza di prove scientifiche sulla dannosità degli OGM è che non facciano male.
Una formulazione piú corretta sarebbe : “Non c’é prova che gli OGM facciano male (ma neanche é dimostrabile che siano innocui, da un punto di vista epistemologico), quindi non sappiamo se possono recare danni alla salute”, il che potrebbe portare a non apprezzare il fatto che una tale “sperimentazione” abbia giá raggiunto una scala mondiale. Una giornalista scientifica, inoltre, non dovrebbe usare come argomento che “se siamo tutti qui” allora non è un problema. Tutto ció che non uccide o crea evidenti epidemie puó essere trascurato agli effetti dei danni alla salute? Qualunque correlazione che non viene ricercata e dimostrata “non esiste”? Bel concetto di scienza.. io ho ancora tanta epistemologia da studiare, per caritá, ma qua siamo proprio alle basi.
“L’onere della prova” non é sempre a carico di chi “afferma” le cose. Facciamo cosí, io le metto davanti un manicaretto con un nuovo ingrediente che nessun altro ha mai assaggiato e le dico: lo mangi, non c’é nessuna prova che le faccia male.
L’onere della prova é a carico di chi mi ha messo nel piatto una cosa che prima non c’era, chiaro Bencivelli? Oppure puó provare a dimostrare che l’OGM non é “una cosa nuova”.. (senza escludere che anche molte altre tecnologie alimentari sembrano essere “cose nuove”)
Al di lá delle questioni legate a OGM e biodiversitá, e concentrandosi solo sull’aspetto relativo ai possibili danni alla salute, la questione è che la categoria di prodotto piú simile all’OGM è il farmaco: il farmaco viene testato e brevettato e poi distribuito al pubblico. Ancora, dopo la distribuzione il farmaco non sei “obbligato” a prenderlo, non te lo ritrovi nel piatto perché qualcun altro ha deciso per te (al massimo la badante :-D)
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