c'è un creatore?

La Scienza nella Fede

Noi viviamo – grazie a Dio – in un’epoca senza fede. (Ennio Flaiano)

Qualche tempo fa, ho avuto una serie di discussioni con alcuni Testimoni di Geova. Qualunque opinione abbiate su questa fede, vi invito a non sottovalutare la questione e a considerare le argomentazioni che fanno parte del loro corpus dottrinale. Vi sono due aspetti che voglio discutere qui:

1. Il fatto che spesso i Testimoni di Geova usano argomentazioni “scientifiche” per avvalorare dei loro ragionamenti sulla fede

2. A mio parere, usano degli strumenti di propaganda che sono molto simili a quelle usate in pubblicità, in politica ecc. Illustrerò alcuni di questi aspetti nella seconda parte di questo articolo.

 

Premetto e sottolineo che il mio intento non è giudicare la fede di qualcuno o “attaccare” qualcuno, ma solo osservare da un punto di vista LOGICO e in certa misura SCIENTIFICO delle affermazioni che vengono fatte. Poi ognuno si regola come vuole.  Alcuni fatti che descrivo qui riguardano  non solo il caso specifico di questa fede, ma argomentazioni che vengono usate anche per avvalorare altre credenze religiose o anche semplicemente dei discorsi su fatti scientifici che alle volte sono privi di fondamento.

c'è un creatore?Vi voglio quindi sottoporre un analisi critica che feci di un testo divulgativo dei Testimoni di Geova. Il testo si intitola “ESISTE UN CREATORE CHE SI INTERESSA DI NOI ?” (Qualcun altro si è già cimentato, ho notato: http://www.thenautilus.net/books/jehovah1/)

Cercando di riassumere i contenuti del  libro, si nota che le argomentazioni esposte ruotano tutte intorno al tema e all’idea che la incredibile complessità dei sistemi viventi implichi la presenza di una intelligenza superiore e personale, ovvero di una divinità.

 

Questo postulato può essere perlomeno considerato al pari della discussa teoria del “brodo primordiale”, con la differenza che quest’ultima si basa sulla conoscenza scientifica di regole che potrebbero dare origine all’evoluzione, prima organico-molecolare, poi cellulare e organistica, mentre dire che qualcosa, poiché incredibilmente perfetto e complesso, non possa avere altre spiegazioni che la presenza di un Creatore non appare affatto “ragionevole”. Ci possono essere molte valide spiegazioni, e per nessuna di esse ci sono “prove definitive”.

 

L’idea che sia possibile avere dati scientifici per supportare la tesi della creazione e la presenza di un creatore è poco plausibile in sé, per una semplice questione di epistemologia: la scienza, come diceva Popper, può solo dire “ciò che è falso”, ovvero smentire credenze (popolari o scientifiche) preesistenti sulla base di nuove osservazioni e verifiche. La scienza, contrariamente a quanto solitamente si crede, non serve per stabilire delle certezze e delle verità, ma per sfatarle. Un esperimento, al fine di poter stabilire una certezza, dovrebbe essere ripetuto infinite volte e dare sempre il medesimo risultato. Al massimo un esperimento può affermare che l’esperimento precedente ha dato risultati errati, o che una teoria si è dimostrata errata.

 

Per questo la scienza è incompleta e imperfetta, e pertanto non ha senso utilizzare i suoi risultati nè per appoggiare teorie che ricadono al di fuori del suo ambito di indagine (l’esistenza di Dio, un fenomeno in sé non osservabile), nè per affermare altre teorie sulla base della sua imperfezione, come ad esempio dire che c’è una creazione solo perché mancano troppi “anelli” di congiunzione alla catena evolutiva, che è un fenomeno “ricostruito” dalla scienza, non un dato di fatto osservabile nella sua interezza e contigenza.

Ma veniamo alle singole affermazioni (numeri = pagine del libro): 

–          13-14. Origine dell’Universo: si sostiene che l’inizio, oltre a richiedere energia, ha richiesto intelligenza e lungimiranza, per via della precisione riscontrabile negli astri e nei loro movimenti.
L’intelligenza è qualcosa che attribuiamo ad altri (esseri viventi) sulla base delle nostre percezioni. Se un oggetto è ben strutturato ai nostri occhi (es l’universo, così “preciso”) è perché rispecchia un nostro concetto di “ordine” interiore. Ordine vuol dire appunto ordinato, non casuale, non vuol dire intelligente. Intelligente presuppone che una persona sia causa di questo ordine. Ma questo solo perché siamo abituati a pensare che siamo noi (persone) a mettere in ordine le cose. Non esiste una regola che ci dica che non esiste un ordine al di fuori di una “persona”. Il concetto di ordine naturale non implica (per logica) la presenza di una persona che ordina, al massimo si tratta della nostra quotidiana esperienza.

–          13-16. “Prove” dell’esistenza di Dio : sempre un problema epistemologico e di relatività. Non possiamo, essendo dentro ad un sistema, avere delle prove inequivocabili su chi eventualmente può aver creato quel sistema.

–          “Forza dei legami” molecolari = necessità di una forza esterna per la creazione della vita: postulando l’esistenza di un Dio, è equivalente l’idea che abbia creato solo “all’inizio” il mondo inorganico con delle regole che ne consentissero l’autonoma evoluzione, piuttosto che invece sia intervenuto anche in momenti successivi. Non si capisce cosa cambi, se non il fatto di far “quadrare” queste cose con ciò che è scritto nella Bibbia.

–          20 “Lungimiranza”. E’ un termine che presuppone uno scopo, presuppone che l’uomo possa sapere non solo che c’è un Dio ma che ha anche uno scopo. Usare questo termine vuol dire dare per scontata la risposta, non cercarne una.

–          22. Come la Terra ci possono essere milioni di pianeti in condizioni simili. Stupirsi delle precise condizioni che consentono la vita sulla Terra non tiene in considerazione i milioni di galassie che ci sono. Inoltre la vita per quanto ne sappiamo potrebbe essersi sviluppata anche in altro modo (es su base silicio invece che carbonio, con zolfo invece che ossigeno, ecc.)

–          25. Entropia: così come ci sono sistemi entropici (inorganici) che contribuiscono al disordine, ci sono sistemi entalpici (organici) che contribuiscono all’ordine. La II legge delle termodinamica descrive una proprietà del sistema, non può essere usata per voler spiegare tutto l’universo!

–          30. Caso e causa: Interessante leggere il libro “Sei davvero libero?” di T. Honderich, un determinista. Se guardiamo a livello macroscopico, qualunque evento dovrebbe verificarsi a seguito di una “circostanza causale”. Nonostante questo non pensiamo che qualunque evento derivi da un atto di creazione. Il caso è una modalità (nel macroscopico) con la quale potremmo chiamare una circostanza causale sconosciuta, appunto, ma non per questo implica un Dio. Tantomeno dico che bisogna essere deterministi, solo che è più plausibile e logico pensarlo.

–          31. “da materia inanimata a essere vivente” è una fallacia logica, poiché non considera i tempi lunghissimi di questo semplice (a parole) passaggio. L’uomo non è abituato a vivere, e pertanto ad immaginare, tempi molto più lunghi della sua stessa vita.

–          L’ “Ordine” in ciò che è Vita: lo stesso ordine che sta alla base delle cose inanimate si può pensare che sia alla base della vita, non è necessario immaginare che serva un ordine differente e pertanto un atto creativo. E’ ragionevole pensare il contrario, poiché non postula “nuove cose”, se è vero che un ordine nelle cose inanimate c’è.

–          44. “replicazione di un DNA perfetto sin dall’inizio”: ancora una volta si assume che le regole che valgono per i sistemi biologici complessi conosciuti adesso debbano essere state valide sempre. Non è così, studiando la biologia si scopre che ci sono tantissimi sistemi biologici imperfetti, che non si sono riprodotti e sviluppati per via di imperfezioni che ne limitano la diffusione, o anche di non adattamenti all’ambiente. E’ evidente che un DNA che non si replica bene sarà più difficilmente osservabile, proprio perché non si replica bene. Ed è ragionevole pensare (per logica) che per questo non sia arrivato oggi ai nostri occhi

–          46. ripiegamento delle proteine. Il ripiegamento dipende dalla struttura elettrochimica della catena amminoacidica e dall’ambiente che la circonda, che favorisce un certo “folding”, lo rende più probabile via via che la molecola si “aggomitola”. Questo scrivono i testi attuali di biochimica, non che ci siano milioni di possibilità tutte equivalenti, altrimenti ovviamente sarebbe assai strana la velocità con cui la proteina trova la conformazione “giusta”. Pertanto il riferimento scientifico è da considerarsi errato.

–          47. Il tempo di formazione (1 sec) della proteina è incredibilmente breve. Ancora una volta, si considera un tempo “breve” in rapporto al tempo “umano”. Ciò che accade in ambito microscopico ha scale temporali completamente diverse e “un secondo” può essere un tempo lunghissimo per le molecole.

–          48. esperimento del brodo primordiale. Non è ragionevole prendere un esperimento solo e pretendere che “spieghi” la vita. Può al massimo fornire conoscenze e indizi sui meccanismi, sulle regole sulle cui basi la vita si forma o si propaga. Chiedere di più è, ancora una volta, chiedere alla scienza delle certezze che la scienza non può dare. Il fallimento di un tale esperimento non nega quel modo di vedere la nascita della vita, nega solo quell’esperimento. Inoltre bisogna anche capire cosa si intende per fallimento: se dal brodo sono venute fuori molecole organiche l’esperimento dimostra che da un brodo di quel tipo possono venir fuori molecole organiche di quel tipo, nulla di più. È un fallimento solo se ci si aspetta qualcosa di più. Ai fini della discussione sulla vita è comunque interessante non perché dimostri come la vita nasce, ma perché indica “un modo possibile”, una logica (che può o meno essere vera, ma resta una logica).

—- FINE PRIMA PARTE — QUI LA SECONDA PARTE


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Una risposta a “La Scienza nella Fede”

  1. […] l’analisi che avevo cominciato nella prima parte.. so che è un po’ lunga, se vi scocciate andate subito alle […]

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