Gli autori della ricerca sull’impatto dei fattori casuali sul cancro hanno “corretto” oggi quello che nel mio piccolo avevo sottolineato 2 anni fa, ossia che era stato trascurato il ruolo dei fattori mutageni aspecifici.
Ovviamente non mi si caga nessuno, ma resta agli atti.
2017: http://science.sciencemag.org/content/355/6331/1330.full
2015: http://www.laprimaveradellascienza.it/epic-fail-su-science…/
nell’articolo del 2017 sono stati molto più cauti nel tirare le conclusioni. Lo studio è comunque mooolto interessante. Da tener presente, inoltre, che il loro ragionamento “per esclusione” sui fattori di rischio (ambientali + genetici + mutazioni casuali) resta aperto a nuove acquisizioni.
Ossia: se solo il 10% di un cancro è considerato prevenibile in relazione a determinati fattori ambientali, e magari non ha predisposizioni genetiche note, la maggior parte delle mutazioni cancerogeniche dipenderebbero dagli errori di replicazione cellulare. Ma se ci sono fattori ambientali o genetici oggi sconosciuti, potranno essere considerati in seguito nel calcolo del rischio, anche se secondo il modello elaborato dagli autori, il fattore R (replicazione) resterebbe sempre alto.
Mi resta da capire perchè nel modello hanno considerato solo fattori (genetici o ambientali) che non alterino la media delle 3 mutazioni per ciclo replicativo, ma probabilmente sono cose di oncologia che non so.
Da un punto di vista di medicina cinese manca un’altra grossa incognita nei fattori ambientali: l’ambiente interno (emozioni e sentimenti). Anch’esso (chissà) potrebbe agire come modificatore aspecifico della mutagenesi e quindi impattare in modo statisticamente omogeneo sulle cellule in rapporto al loro tasso di replicazione. (sul ruolo dei modificatori aspecifici vedi articolo del 2015)
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