c'è un creatore?

La Scienza nella Fede – Seconda Parte

Continuo l’analisi che avevo cominciato nella prima parte.. so che è un po’ lunga, se vi scocciate andate subito alle conclusioni 😉

 

–          59. in etologia il fatto che animali non possano imparare cose nuove o diverse in un certo contesto è noto come “limite di griglia”. Un bambino non potrebbe fare la tela come un ragno, anche se avesse la stessa “dotazione” (peso, tela, zampe, ecc.) perché il ragno ha un programma innato per farlo. Ma non per questo è più evoluto di noi.

–          65. “gli scienziati stanno usando il cervello per capire il cervello”. Questo dimostra che il libro accetta l’idea di una relatività, ma non la applica. Se gli scienziati non riescono a capire il cervello perché è tramite esso stesso che cercano di capirlo, come si può pretendere di usare la ragione per comprendere Dio che trascende la ragione per definizione, e poiché egli stesso avrebbe creato la ragione?  Inoltre, gli scienziati con il loro cervello (sarebbe meglio dire “mente”) tentano almeno di comprendere un altro oggetto osservabile dal loro cervello-mente (ovvero un altro cervello). Ma Dio, se c’è, non è osservabile dalla nostra mente, altrimenti non sarebbe Dio.

–          68. Valori morali : anche società di animali esprimono valori morali, servono a far sopravvivere la società. Ad esempio un pipistrello può farsi succhiare il sangue da un altro pipistrello se quest’ultimo ne ha davvero bisogno per vivere, è un fenomeno di altruismo che consente alla società di quella particolare specie di pipistrelli di sopravvivere meglio all’ambiente.

–          71. attratti da un Creatore: parimenti, si può pensare che il credere in Dio sia un “valore” evolutivo, ovvero che contribuisce al mantenimento della società di uomini. Non perchè sia vero o giusto, ma semplicemente è possibile che tale valore si sia sviluppato perché, credendo in un Dio, la società umana propaga meglio se stessa.

–          75. come già detto, non ci possono essere prove scientifiche dell’esistenza di un Creatore, per motivi epistemologici

–          78. l’immagine mostrata contiene una fallacia logica: la disgiunzione binaria, per essere valida, deve essere del tipo affermazione/negazione: “ha avuto causa” dovrebbe avere come scelte “è qualcuno di eterno” oppure “non è qualcuno di eterno”. Altrimenti si traggono conclusioni falsamente pilotate. Ci sarebbe anche da discutere sulla veridicità di causa ed effetto, ma presuppone delle conoscenze di fisica quantistica che qui non viene per niente citata. Per le particelle subatomiche, ad esempio, l’asse del tempo non è lineare con lo spazio, perciò non si può dire cosa sia causa di cos’altro, cioè c’è un ordine ma causa ed effetto “vengono meno”. Infine, in ogni caso non si capisce per quale motivo sia più ragionevole pensare che “qualcuno” sia la causa, piuttosto che “qualcosa”

–          79-81. L’ordine naturale delle cose non può “rivelare”altro, se non se stesso, ovvero che c’è un ordine. Se vengono tratte altre conseguenze, in realtà si tratta di supposizioni, non di logica

–          85, 103. Visto che si citano studi scientifici: ci sono prove che Mosè sia esistito e abbia scritto un testo 3500 anni fa?

–          91-92. Di nuovo, si attribuisce come necessario il legame tra la presenza di un ordine e il fatto che questo ordine dipenda da un creatore di ordine

–          93. Si usa la logica relativa al settimo giorno trasponendola ai sei precedenti. Allora dal punto di vista logico è equivalente (e anzi più fondato) fare l’inverso, cioè dire che anche il settimo giorno deve essere durato esattamente un giorno.

–          96. “quando il nutrimento cominciò a scarseggiare”. Secondo la teoria dell’evoluzione, che viene citata, i cambiamenti avvengono continuamente in natura, non “quando il nutrimento scarseggia” o “all’ultimo minuto”. Le variazioni vantaggiose rispetto all’ambiente vanno avanti, e ciò accade in un tempo che può essere anche lunghissimo (rispetto all’uomo). Poi si può immaginare che in momento di “stress” evolutivo (ad es quando manca cibo) ci possano essere maggiori variazioni (o mutazioni) in risposta a quell’ambiente difficile, che aumentano le probabilità che qualche mutazione sia “vincente”. Ancora una volta, però, nel testo si pone l’accento sui “tempi brevi” che avrebbero portato all’evoluzione di cose molto complesse, anche se la teoria scientifica non dice questo. La mancanza di “anelli di congiunzione” tra specie è inevitabile, perché noi nella nostra vita abbiamo a disposizione della nostra osservazione un singolo fotogramma di tutta la storia dell’universo. Infine, nuove specie (e sottospecie) nascono continuamente in ambienti dove c’è ampia variabilità (es foreste pluviali). Con la nostra lotta batteriologica creiamo continuamente nuove specie di batteri e di virus. Se non si formassero nuove specie la cosiddetta creazione sarebbe statica, e la stasi non è vita. Non solo ma il concetto stesso di specie è in discussione per la scienza, perché laddove è possibile studiare tanti campioni di una specie e delle sue sottospecie, si trova spesso che alcune sottospecie hanno molta somiglianza con individui di una specie differente: le specie non sono categorie fisiche distinte, ma classificazioni umane, fatte per semplificare. Così come i concetti di regno animale, vegetale, ecc. Tanto che i virus non si è mai saputo in che regno metterli. E pure molti funghi e piante hanno caratteristiche “ibride”.

–          104. Ci sono persone che hanno premonizioni. Ci sono metodi di “divinazione” orientale che funzionano. L’astrologia (fatta bene) ha spesso riscontro. Fenomeni di preveggenza esistono e non è dato sapere “da dove vengono”. Coinvolgono persone di diverse religioni, etnia, età, ecc.

–          111. Anche altri testi sacri di altre culture mostrano accuratezza “scientifica” nella descrizione della natura

–          182. Il testo rappresenta un esempio di come in questo libro si usa la ragione per dimostrare qualcosa (le capacità di Dio) che non possono essere esplorate con la ragione

–          In tutto il testo si fa riferimento a varie teorie fisiche o biologiche ma non viene mai citata l’ultima grande rivoluzione nel mondo della fisica che ha davvero cambiato le cose: la fisica quantistica. Evidentemente non è funzionale alla teoria della creazione, poiché la fisica quantistica e la relatività descrivono un mondo in cui la realtà è creata in ogni istante dall’uomo, poiché l’osservatore (l’uomo) e l’osservato (il mondo) si influenzano l’un l’altro e non sono nei fatti separabili così come la fisica newtoniana e il metodo galileano ci hanno sempre insegnato.

Appunti sulla propaganda:

Il libro utilizza diversi metodi comunicativi tipici della propaganda, ovvero di tecniche per condizionare il pensiero/ le risposte del lettore o più in generale del ricevente.

–          criterio della “moltitudine”: consiste nel sottolineare che una cosa è creduta da molti altri. Es. molte persone credono che.. molti scienziati (o ancora di più) la maggior parte degli scienziati ritiene che.. ecc. L’estremo di questo criterio è ben rappresentato da quella famosa battuta/finta pubblicità: “Ogni giorno milioni di mosche mangiano merda. Mangia merda anche tu !”

–          criterio del “regalo”: dare qualcosa può spingere una persona a dare qualcosa in cambio, nel tentativo appunto di ricambiare e essere “in pari”. Nel testo ricorre “Dio ci ha dato tutto questo”, Dio ha donato, ha creato per noi, ecc.

–          criterio della “ripetizione”: ripetere lo stesso concetto più volte con piccole variazioni induce la mente del ricevente ad abituarsi e a considerarlo come vero. Nel testo ricorre l’idea che gli esseri viventi sono complessi, ricorrono i termini di “progetto”, “creatore”, ecc. Ricorre il modo di interrogarsi: “è ragionevole pensare che..”

–          criterio dell’ “emozione“: usare uno stato emotivo per indurre la persona a credere qualcosa, sull’onda di quell’emozione. Nel testo ricorre l’emozione dello stupore: “quant’è complessa la vita”, “quant’è perfetto l’universo” ecc. Lo stupore è l’emozione che meno si apre alla critica: come si fa a giudicare qualcosa che lascia stupefatti, ovvero che appare improvviso, non razionale, oltre le proprie possibilità? Se si ha paura di qualcosa ci può essere una minaccia concreta, così per il disgusto, per la gioia. Lo stupore, invece, ha spesso un oggetto poco definito, poiché si basa sul fatto che non si è in grado di “dominare” ciò che produce stupore

–          Uso di fallacie logiche: Le fallacie logiche sono errori logici che conducono a conclusioni logicamente errate. Spesso vengono usate anche inconsapevolmente nel linguaggio e sono molto insidiose perché danno l’idea di aver raggiunto una conclusione logica perfetta quando invece non si è dimostrato nulla. Esempio: affermare la falsità di una tesi per far risaltare come vera la propria, senza dimostrarla. Nel testo si sottintende che non è ragionevole pensare, ad esempio, che non ci sia un certo ordine nel mondo. Da qui si giunge alla conclusione del creatore, che però non è la diretta conseguenza della prima affermazione, si dà per scontato dopo aver “smontato” una credenza vagamente (e non precisamente) opposta.

Considerazione conclusiva:

La biologia ci insegna che c’è vita dove c’è varietà. Per l’uomo, questo può significare anche varietà di pensiero e opinioni: guai se fossimo tutti atei, tutti cattolici, tutti taoisti o tutti testimoni di Geova! E’ bene che ognuno prenda la strada che gli è più congeniale

 

 

I miracoli non avvengono in contraddizione alle leggi della natura,

ma in contraddizione a ciò che noi riteniamo di conoscere della natura.

S. Agostino

 

 

Claudio


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Commenti

Una risposta a “La Scienza nella Fede – Seconda Parte”

  1. […] —- FINE PRIMA PARTE — QUI LA SECONDA PARTE […]

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